17 Giu 2023
PRESENZA MENTALE NEL TENNIS: gli esempi illustri di Federer e Djokovic

BY: Dott. Federico Sopetti

preparazione mentale

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Le pratiche meditative e di presenza, che posso insegnarti in un percorso di consapevolezza, sono diffusamente sfruttate da professionisti nelle discipline più disparate!

Nel caso del tennis, non si può non render noto che due dei più grandi interpreti della storia di questa disciplina, Federer e Djokovic, meditano con frequenza.

Roger Federer è stato da molti definito “il più grande tennista di tutti i tempi” a causa di:

  1. un gioco potente ed efficace su tutte le superfici, oltre che tecnicamente perfetto -unisce infatti la sensibilità ed il tocco peculiari del tennis classico alla potenza tipica del tennis moderno, ottenuta per l’evoluzione della tecnologia delle racchette;
  2. Una grande efficacia in tutte le zone del campo da tennis-,
  3. Una lunga carriera, in cui è stato capace di reinventare continuamente il proprio gioco adattandosi ad avversari e a forma fisica non sempre ottimale, coronata da innumerevoli record. “Sua maestà Roger Federer”, com’è stato soprannominato a causa della regale compostezza con cui esegue ogni colpo, è stato in grado -grazie al suo talento- di far sembrare il tennis uno sport più semplice di quanto sia, entusiasmando appassionati e profani.

Andre Agassi, nella sua biografia, ne parla in questa maniera: “Si porta metodicamente in vantaggio, due set a uno, e io non posso che farmi indietro e ammirare le sue immense capacità, la sua magnifica compostezza. È il tennista più regale che abbia mai visto ” (Agassi, 2009).

Federer ha dimostrato, nell’arco della sua carriera, di essere caratterizzato da una solidità mentale in grado di permettergli di avere tale successo, mostrando notevoli capacità di resilienza (Endicott, 2017).

Il tennista svizzero, tuttavia, non è sempre stato così mentalmente solido: agli esordi della sua carriera, infatti, viene ricordato come un ragazzo sbruffone e ribelle, così aggressivo e provocatorio nei confronti degli avversari da venire soprannominato “little satan” o “spaccaracchette” (Grandesso, 2014).

Un momento chiave nella carriera di Federer è rappresentato dalla sconfitta contro Franco Squillari al torneo di Amburgo del 2001. Dopo aver perso, infatti, il giocatore svizzero, rabbioso, ha come di consueto distrutto la propria racchetta. Si trattò però di un punto di svolta in quanto, a partire dalle partite successive, il tennista elvetico iniziò a dimostrare una maggiore calma e concentrazione, grazie anche ad un aiuto psicologico (Coulson, 2018).

Come dichiarò successivamente, il cambiamento è attribuibile ad una presa di consapevolezza delle proprie potenzialità -favorita da una tecnica meditativa centrata sulla “visualizzazione” di cui scriverò in seguito- unita al riconoscimento che la continua lotta interiore con le proprie emozioni negative non faceva altro che allontanarlo dall’espressione del potenziale stesso (Townsend, 2007).

Roger ha maturato una fredda consapevolezza con cui, momento dopo momento, è stato in grado di gestire attimi di elevata tensione durante la carriera, sviluppando un flow che gli ha garantito un’attitudine positiva nell’affrontare i match.

Tra i professionisti che più hanno rappresentato un ostacolo ed una sfida per Federer, è necessario nominare Novak Djokovic.

Novak, tennista serbo considerato tra i migliori della storia, vanta 97 titoli in singolare (di cui 22 del Grande Slam) ed è stato numero uno al mondo per 385 settimane.

Il serbo è un giocatore caratterizzato da colpi da fondo campo solidi ed incisivi. È un ottimo giocatore su tutte le superfici ed in campo è particolarmente aggressivo ed atletico.

La sua straordinaria forma fisica, unita ad una elasticità muscolare fuori dal comune, gli permettono di mantenere l’equilibrio anche in situazioni precarie -di allungo o in spaccata- riuscendo ad ottenere un impatto magistrale con la pallina.

Djokovic è noto, oltre che per le sue caratteristiche fisiche, per una grandiosa tenuta mentale: infatti, è stato in grado più volte di annullare con freddezza match point agli avversari, riuscendo poi a batterli (celebre fu la finale del torneo di Shangai 2012 in cui è stato in grado di annullare 5 match point all’avversario Andy Murray per poi vincere il match). https://www.youtube.com/watch?v=1dfiSb6WvlA

Tale forza mentale è attribuibile ad uno stile di vita particolarmente salutare di cui il  serbo si fa promotore, in cui la Mindfulness ha un ruolo chiave (Hodgkinson, 2015).

Djokovic si racconta in “Serve to win”, un breve libro in cui spiega al lettore com’è stato capace di ottenere eccellenti risultati pur alimentandosi con una dieta gluten-free, essendo celiaco, e prevalentemente vegana (Djokovic, 2013).

Il punto di vista riportato da Djokovic è inquadrabile, per dirla con Feuerbach, nel “Siamo cosa mangiamo”, intendendo il cibo come fattore influenzante tanto il fisico quanto la coscienza.

Oltre ad una proposta di programma di alimentazione di due settimane, il campione serbo sottolinea l’importanza che la Mindfulness, lo stretching e lo Yoga hanno avuto nel suo successo.

La quotidianità di Novak è infatti caratterizzata da una serie di rituali che svolge meticolosamente per essere al top della forma fisica: ogni giorno, al di là delle sessioni di allenamento sul campo da tennis e di preparazione atletica, pratica lunghe sedute di stretching immerso nel silenzio per mantenere il proprio fisico prestante.

A tali esercizi, che in sè già facilitano la consapevolezza corporea, unisce da tempo un programma di Mindfulness per essere veramente consapevole di cosa gli accade mentre gli accade.

Djokovic spiega come gli sia utile, nella vita come nelle competizioni, analizzare i pensieri senza giudicarli distinguendoli dalle sensazioni fisiche provate nel momento: un’aumentata lucidità deriva dalla consapevole distinzione tra pensieri e sensazioni, oltre che da una presa di consapevolezza delle emozioni, talvolta negative e fuorvianti, che caratterizzano l’esperienza del momento.

Un’altra tecnica di cui ci scrive il campione serbo, utilizzata anche da Federer, è la “Visualizzazione”. Si può definire la “Visualizzazione” come una rappresentazione immaginativa del programma e delle sequenze motorie che l’atleta esegue nei diversi momenti della gara (Civico, 2015).

La tecnica consiste, dopo una prima fase di rilassamento corporeo, in una sempre maggiore immersione nelle proprie rappresentazioni mentali, partendo da immagini che assumono via via maggiore complessità -grazie all’inserimento progressivo di stimoli acustici, tattili, cinestesici ed olfattivi-, al fine di sviluppare una capacità immaginativa immersiva e polisensoriale.

La pratica costante della visualizzazione favorisce un miglioramento della performance, specialmente se realizzata nei momenti che precedono una partita.

Vuoi anche tu allenare la mente e imparare tecniche di Mindfulness e visualizzazione mentale efficaci per i momenti di alta tensione?

Scrivimi, per un primo appuntamento conoscitivo!

Bibliografia:

Agassi, A., (2009). Open, La mia storia [Open. An autobiography], Torino: Einaudi

Civico, A. (2015, Settembre 17). Champion Novak Djokovic reveals the power of visualization. Disponibile, 17 Settembre, 2015, da https://www.psychologytoday.com/us/blog/turning-point/201509/champion-novak-djokovic-reveals-the-power-visualization

Coulson, K., (2018, Gennaio 04). Roger’s renaissance: how Federer reclaimed the throne. Disponibile, 04 Gennaio 2018, da https://www.eurosport.com/tennis/australian-open/2018/the-renaissance-man-how-roger-federer-reclaimed-the-throne_sto6438312/story.shtml

Djokovic, N., (2013). Serve to Win: The 14-Day Gluten-Free Plan for Physical and Mental Excellence. New York: Zink ink.

Endicott,N. (2017, Febbraio 03). Roger Federer proves mental toughness is key to tennnis success. Disponibile, 03 Febbraio, 2017, da https://www.huffingtonpost.com/neil-endicott/roger-federers-mental-tou_b_14550358.html?guccounter=1

Grandesso, A. (2014, Novembre 26). Tennis: Federer, che brutto carattere. Lo dice anche il papà. Disponibile, 26 Novembre, 2014, da https://www.gazzetta.it/Tennis/26-11-2014/tennis-doctor-federer-mister-hyde-10057899449.shtml?refresh_ce-cp

Hodgkinson, M. (2015, Giugno 30). Novak Djokovic and the power of meditation. Disponibile, 30 Giugno 2015, da http://www.espn.com/tennis/story/_/id/13166973/wimbledon-novak-djokovic-power-meditation

Townsend, C. (2007). The secret that turned Roger Federer’s career around. Disponibile, 2007, da https://www.tennispsychology.com/mental-training-tips/secret-that-turned-Roger-Federers-career-around.php