03 Nov 2022
Mindfulness – presupposti scientifici

BY: Dott. Federico Sopetti

mindfulness

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Diverse ricerche hanno dimostrato come la consapevolezza mindful possa migliorare la salute della mente aumentando flessibilità, concentrazione e senso di benessere.

Ad una maggiore empatia e compassione conseguono un aumento ed un miglioramento delle relazioni interpersonali, con cambiamenti nelle attività cerebrali che sono associati ad una tendenza, anche in situazioni problematiche, all’avvicinamento verso una tale situazione col proponimento di affrontarla consapevolmente, piuttosto che al ritiro (Urry, Nitschke, Dolski et al, 2004). 

Ciò può essere inteso come un segno di “resilienza neurale” per cui, ad un complessivo miglioramento del sistema mente-cervello favorito dalla pratica, consegue una maggiore plasticità neurale e, quindi, una maggiore resilienza psicologica (capacità di affrontare e superare efficacemente eventi traumatici e difficoltà): medici a cui è stata insegnata la consapevolezza mindful, ad esempio, mostrano meno burnout e più empatia per i loro pazienti (Krasner, Epstein, Beckman et al., 2009).

Uno studio sulla meditazione intensiva dimostra che la pratica della consapevolezza mindful determina l’aumento dell’attività della telomerasi, un enzima che mantiene l’integrità dei cromosomi -costituiti da una doppia elica di DNA- ed evita l’accorciamento dei telomeri posti alle  loro estremità, accorciamento che è implicato nell’invecchiamento cellulare: infatti, se la lunghezza dei telomeri scende sotto un valore critico detto “Hayflick limit”, la divisione cellulare si ferma e le cellule invecchiano (Jacobs, Epel, Lin et al, 2011).

Inoltre, è stato dimostrato come pazienti affetti da psoriasi -una malattia della pelle cronica ed infiammatoria che in Italia colpisce circa il 3% della popolazione- sottoposti ad una cura di fototerapia, guariscano con una rapidità quattro volte superiore rispetto ad altri pazienti se ascoltano una registrazione sulla mindfulness durante le sedute di fototerapia (Kabat-Zinn, 2005).

Si pensa, quindi, che la creazione intenzionale di uno stato mindful possa migliorare in quel momento la salute del corpo e, con una pratica ripetuta, questo stato possa diventare un modo di essere costantemente caratterizzante la salute della vita di un individuo.

Inoltre, in ambito di regolazione emotiva, recenti scoperte hanno dimostrato come la capacità di mindsight (termine introdotto da Siegel che indica l’abilità di riconoscere il funzionamento della propria e dell’altrui mente in una specifica circostanza) monitori i flussi di energia ed informazioni favorendo processi di integrazione nei cervelli, nelle relazioni interpersonali e nella vita della propria mente (Siegel, 2013).

Forme di training mentale che includono la mindfulness si sono rivelate in grado di trasformare il funzionamento della corteccia prefrontale modificandone le connessioni sia interne sia con le altre aree del cervello. La corteccia prefrontale, situata all’interfaccia tra le regioni inferiori (tronco cerebrale ed aree limbiche) che ricevono input dal corpo e le regioni superiori (corteccia) coinvolte nell’integrazione delle informazioni, ha un ruolo centrale nella creazione di significati ed emozioni e nei processi che consentono una flessibilità di risposta. L’opportunità di sfruttare la meditazione per modificare il funzionamento di un circuito integrativo così importante è incoraggiante: durante tutta la vita, infatti, è possibile sviluppare capacità di mindsight che aumentino le strutture e le funzioni integrative della corteccia prefrontale, al fine di indirizzare il proprio e l’altrui cervello verso livelli di integrazione più alti, generando maggiore empatia e benessere (Siegel, 2013).

Bibliografia:

Jacobs, T.L., Epel, E.S., Lin, J., Blackburn, E.H., Wolkowitz, O.M., Bridwell, D.A. et al. (2011). “Intensive medotation training, immune cell telomerase activity, and psychological mediators”. In Psychoneuroendocrinology, 36, 5, pp. 664-681

Kabat-Zinn, J., (2005). Riprendere i sensi. Guarire se stessi e il mondo attraverso la consapevolezza [Coming to our senses. Healing ourselves and the world through mindfulness], Milano: Corbaccio.

Krasner, M.S., Epstein, R.M., Beckman, H., Suchman, A.L., Chapman, B., Mooney, C.J. et al. (2009). “Association of an educational program in mindful communication without burnout, empathy, and attitudes among primary care physicians”. In Journal of the American Medical Association, 302, pp. 1284-1293.

Siegel, D. J. (2013). La mente relazionale: Neurobiologia dell’esperienza interpersonale, seconda edizione [The developing mind. Second edition]. Milano: Raffaello Cortina.

Urry, H.L., Nitschke, J.B., Dolski, I., Jackson, D.C., Dalton, K.M., Mueller, C.J. et al. (2004). “Making a life worth living: Neural correlates of well-being”. In Psychological Science, 15, 6, pp. 367-372.